TWINAGERS
NEWS
12/12/07
La nostra visita al museo dell'emigrazione di Gualdo Tadino
Comune della provincia di Perugia di circa 15 000 abitanti, Gualdo Tadino è noto per la sua produzione di ceramica e il suo imbottiglamento
di acqua minerale ma i ragazzi del liceo Lurçat ci sono andati per visitare il
suo museo dell'emigazione e partecipare a un laboratorio didattico.
Bagagli e vestiti di emigrati Laboratorio didattico Carrello con attrezzi del minatore
Nel nostro percorso ci sono stati due momenti :
uno per la visita del museo e l’altro
per il laboratorio didattico
La visita del museo
Nel museo ci sono tre percorsi :
- Al
pianterreno c’erano tante testimonianze video, gli attrezzi del minatore e
documenti autentici di italiani emigrati all’estero.
- Al primo
piano, bauli e bagagli di emigrati con i loro vestiti : sopra ogni baule si
trovava una lampada e chi si metteva sotto la lampada poteva sentire la storia
dei vestiti del baule.
- Al secondo
piano c’era un passaporto gigantesco, un ingrandimento di un documento
autentico.
C’era anche l’ingrandimento di una lettera inviata alla mamma da un italiano
emigrato.
(qualche tempo fa quella lettera è stata riconosciuta dal nipotino che si è messo
a piangere dall’emozione)
Il laboratorio didattico
Ci è stata raccontata la storia di Marcinelle in Belgio.
Nel dopoguerra, nel Belgio mancavano gli uomini per lavorare nelle miniere e in
Italia non c’era lavoro per tutti e mancava il carbone.
Italia e Belgio si mettono d’accordo : l’Italia manda gli uomini e il Belgio, in
cambio dà il carbone.
Grandi manifesti rosa richiedono operai per il Belgio e propongono loro :
- un alloggio
- uno
stipendio
- il carbone
per la famiglia rimasta in Italia.
Prima di partire gli italiani devono passare una visita medica perché devono
essere in ottima salute. Non sono accettati gli uomini che hanno più di 35 anni.
Quando arrivano invece di lavorare come operai, diventano tutti minatori. Per la
loro formazione ricevono un foglio con disegni che spiegano loro il mestiere e
l’indomani scendono nella miniera.
Per cinque
anni dovevano rimanere nella stessa miniera e fare lo stesso lavoro.
L’alloggio consisteva in una camera divisa con altri minatori, i quali, dato
che il lavoro nella miniera non si fermava mai, condividevano lo
stesso letto a turno otto ore per uno.
Il lavoro era
difficile e molto pericoloso. Gli italiani che volevano tornare in patria non potevano perché avrebbero dovuto rimborsare le spese degli attrezzi
che avevano ricevuto e anche le spese del viaggio.
Testimonianze di alunni dopo il
laboratorio didattico :
-"ho trovato la visita del museo molto interessante e la vita degli italiani che
lavoravano nelle miniere molto triste. Ora ho una visione diversa
dell'emigrazione e mi sento più coinvolta." Manon F. (1ère L)
-"Andare al museo di Gualdo mi ha
permesso di conoscere meglio la storia dell'emigrazione italiana, la visita del
museo mi è molto piaciuta perché era molto commovente." Juliette P. (1ère
L)
- "La visita del museo mi è molto
piaciuta, non sapevo in che cosa consistesse il lavoro nelle miniere. Quando la
guida spiegava le condizioni di lavoro e di vita degli uomini in Belgio,
ero molto interessata e anche molto commossa." Manon D. (1ère L)
-"Anche a me la visita del museo è
molto piaciuta, sono stata molto interessata dalle condizioni degli italiani che
emigravano all'estero ma anche dalle condizioni delle donne che emigravano per
mandare denaro alla loro famiglia." Tania T. (1ère L)
Clicca per sentire la lettura del
documento
(voce di Carolina M. del liceo Alessi)
1ère S1, 1èreL et 1ère LV3
du Lycée Lurçat
|